Per chi come me, è appassionato di musica, sport e lettura, Londra diventa la destinazione di un viaggio “mistico”, un pellegrinaggio verso un luogo di culto dove tutto ha avuto inizio.
Era una vita che sognavo di andare a Londra, questo ombelico del mondo moderno dove sono passati grandi personaggi della cultura, dello sport e grandi politici.
Già mentre mi avvicinavo alla città, osservando la campagna inglese, mi ritornava alla mente la brughiera dove Doyle ambientò parte del romanzo “Il Mastino dei Baskerville”, ma chissà quanti altri romanzi gialli hanno tale ambientazione, la quale si presta benissimo per quel genere.
La prima sera dopo una non breve passeggiata mi sono ritrovato davanti l’abbazia di Westminster, lì sono sepolte alcune delle più influenti personalità inglesi, tra le quali Dickens e soprattutto Isaac Newton. Da ciò trae spunto la famosa scena de “Il codice Da Vinci”, dove Robert Langdon è intento a risolvere l’enigma che lo porterà a scoprire la chiave per aprire il criptex.
Rimanendo in tema codice Da vinci, il giorno dopo ho fatto un giro alla National Gallery, qui c’è esposta una delle due “Vergini delle Rocce”, la versione meno cupa. L’altra come ben noto si trova al Louvre di Parigi.
Ci si perde all’interno del National Gallery, chissà quanti scrittori avranno trovato ispirazione passeggiando per questi corridoi e perdendosi di fronte a tanti capolavori. La cosa bella, è che non mi è costato niente accedere alla galleria, il che mi ha dato una sensazione di avere dei capolavori a portata di mano, come se fossero un bene comune da condividere con tutti.
Altra tappa letteraria del mio viaggio, non poteva essere che il numero 221B di Baker Street. Il pomeriggio appunto mi sono diretto verso la mia meta e dopo una bella camminata (è abbastanza lunga) sono arrivato a destinazione. Dopo aver preso i biglietti per il museo sono entrato.
A metà tra il divertito e l’eccitato, mi sono ritrovato Watson (un attore che lo impersonava) che faceva gli onori di casa ed erano gradite foto con lui. Io ne ho approfittato subito, d’altronde non capita tutti i giorni di farsi una foto con una celebrità del genere.
Dopo essermi fatto scattare la foto, ho proseguito il tour della casa-museo, nella camera da letto di Holmes c’era anche una vetrina con alcuni libri, indovinate un po’ quali?
Mi sentivo come un bambino nel paese dei balocchi, la casa era fantastica. Oltre a riprodurre l’abitazione del celebre detective era arredata anche con alcune vetrinette con oggetti dell’epoca, e tappezzata sulle pareti con delle riproduzioni delle illustrazioni usate su Strand Magazine.
Negli altri piani c’erano anche delle statue di cera, con delle riproduzioni di alcune situazioni dei libri e dei racconti, come ad esempio una testa di cane che sbucava dal muro (da “Il mastino dei Baskerville”) oppure un uomo intento a ricopiare a mano un enciclopedia (da “La lega dei capelli rossi”).
Se questo museo fosse un libro gli darei 10 tazze e lo raccomando a tutti i lettori del blog che abbiano la fortuna di poter andare a Londra. Sicuramente una delle attrattive più divertenti di città, per i miei gusti.
Finito il giro, nel museo mi sono fatto scattare un’altra foto davanti alla porta con cappello, pipa e bobbies, dopo di ché ho fatto visita al Beatles Store che era proprio al civico precedente.
Mentre mi dirigevo alla fermata della metro fantasticavo su quando quella medesima strada veniva percorsa da Doyle immaginando che davanti a lui ci fossero Holmes e Watson pronti ad entrare in azione per un nuovo caso.
Il giorno successivo, rimanendo in tema Beatles mi sono diretto verso Abbey Road. Siccome dovevamo cambiare metro siamo scesi di nuovo a Baker Street e, con mia sorpresa, ho scoperto che parte della stazione era decorata con delle piastrelle con la sagoma di Sherlock Holmes.
Purtroppo non ho avuto modo di visitare altri posti legati alla letteratura in maniera stretta, anche se, ad ogni modo, Londra stessa è strettamente legata alla letteratura. Si potrebbe paragonare ad un enorme palcoscenico di teatro, dove si sviluppano le vicende più disparate.
Si respira aria di cultura da ogni parte, sembra che risuoni musica in ogni angolo della città, sapere di aver passeggiato per le stesse strade dove sono passati grandi scrittori e musicisti famosi, già vale il prezzo del viaggio.
Ad ogni modo felice ed appagato dell’esperienza, che spero di poter ripetere al più presto, mi accingo a sistemare i ricordi dell’esperienza, tra i quali ovviamente non poteva mancare una tazza da té con la scritta “London”.
Cosa provo adesso? Adesso ho la stessa sensazione che si prova ogni qual volta si gusta qualcosa di buono e il sapore rimane sul palato e non si vede l’ora di gustalo nuovamente.